“divieni, divieni, divieni chi sei… siate chi siete”

“divieni, divieni, divieni chi sei… siate chi siete”

“divieni, divieni, divieni chi sei… siate chi siete”

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Abbiamo attraversato la Porta dell’Equinozio che nel ciclo perpetuo delle stagioni ha segnato l’ingresso nella Primavera e ci avviciniamo alla Pasqua. La resurrezione presuppone la morte di una forma per rinascere a forma nuova, nel costante divenire che è la Vita. Per questo ho scelto di condividere la parte tratta dal mio libro “In Cammino Verso Sé” cap. 12 “L’esperienza della soglia” che porta il messaggio:

“divieni, divieni, divieni chi sei… siate chi siete”

“La Rosa è senza perché

fiorisce perché fiorisce;

non bada a sé

non chiede di essere guardata”

Angelus Silesius

In un percorso evolutivo di riscoperta della propria divinità interiore e di connessione con la Fonte, le paure progressivamente lasciano il posto alla fiducia. Raggi di luce attraversano i tratti tenebrosi e i panorami cambiano, riscaldati e illuminati. Con la consapevolezza di Sé e del proprio valore, gli attaccamenti e le dipendenze sono sostituiti dalla libertà dell’amore incondizionato. L’aggressività e la percezione di ostilità si placano con la resa. La sofferenza della resistenza e il lamento iniziano a lasciare progressivamente spazio all’accettazione dell’esperienza. Diventa questa l’unica maniera di vivere, le reazioni si elevano ad azioni mediate dalla Verità del cuore. La perdita diventa una selezione per analogia di vibrazione e si lascia andare ciò – e chi – non ci corrisponde più mentre il discernimento e mani invisibili ci guidano verso il posto e le persone giuste. Dal sonno si passa al risveglio e l’illusione della separazione convoglia nel profondo senso di Unità.

A questo punto si sono spezzate le catene e si procede con la sensazione di avere le ali ai piedi. Si è diventati UNO con il bosco, con la soglia, con la paura, con il coraggio, con la luce, con l’ombra, con i suoni, con i passi. Quando sono consapevole di chi sono “io”, so anche chi sono gli altri. Riflessi di me, in me e assieme molteplici riflessi dell’Unità. Lungo il cammino più volte verrà la voglia di tornare indietro, al punto di partenza, in quella mappa di realtà conosciuta nella quale, dopotutto è sicuro muoversi, anche quando si sa che si tratta di una gabbia, di un recinto. E va bene così se questa è la scelta del momento, se è ciò che si riesce a fare adesso. Quando avviene il risveglio e la tripartita unità è attiva con pancia, mente e cuore all’unisono, uno nello spirito, la direzione si fa chiara. È un sentiero che s’illumina tra gli altri, che si riconosce. A quel punto ci s’incammina nella certezza che lasciare forme note prendendo forme nuove è movimento, è Vita e si procede somigliando ogni istante di più alla propria Forma Perfetta.

Sta accadendo ora. Non per l’illuminazione del singolo e nemmeno per una minoranza di eletti, tutti insieme siamo il Nuovo Mondo.

Il cambiamento profetizzato è comunque in atto, si stanno disgregando le matrici tridimensionali e noi possiamo scegliere se adattarci e fluire consapevolmente, partecipi, accettando di divenire ciò che siamo in potenza oppure se resistere. Certamente da un po’ di tempo a questa parte – e maggiormente dal 21 dicembre 2012 – stiamo sperimentando grandi cambiamenti fuori e dentro di noi, accelerazione dei processi e intensificazione delle vibrazioni che le nostre cellule stanno tentando di metabolizzare, anche con taluni disagi fisici ed emotivi. Analogamente si riscontra un’accelerazione nelle esperienze esterne con trasformazione di situazioni e di relazioni, chiusure improvvise, uscite ed ingressi prorompenti. Ritorni di un passato lontano in cui ritroviamo manifeste nella maturità, le risonanze contenute in potenza che già si percepivano magari tra i banchi di scuola, quando tanto ancora di quei semi, ora alberi, doveva esprimersi.

Si dice che quando un albero dà i frutti si ha la certezza di cosa sia… così ci ritroviamo nella consapevolezza e nell’evidenza di ciò che siamo mentre i fili invisibili dell’architettura divina tessono affinché ciascuno sia esattamente là dove deve essere e contribuisca per ciò che è necessario. Come in un gigantesco quadro elettrico ognuno si trova al proprio posto, facendo la propria parte, cioè luce. Ripenso alle lucine dell’albero di Natale e a quando una si fulminava e da lì in poi anche le altre non si accendevano più. Questa immagine mi riporta alla responsabilità del compito, siamo qui per questo, per partecipare alla trasformazione in atto, con gioia intima e onore dell’adempimento. Nel frattempo, per fratellanza spirituale, accade la magia di quegli incontri-specchio in cui lo sguardo induce lampi di consapevolezza. Gli occhi negli occhi per ricordarti chi sei e perché sei qui, e il Fuoco stanco riprende la danza.

(da “In Cammino Verso Sé. Infiniti modi una sola destinazione” di Alessandra Pizzi Ed. LEDUETORRI)

Un abbraccio, con amore

alessandra

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