La Rana di Kyoto e l’amica Tartaruga

La Rana di Kyoto e l’amica Tartaruga

La Rana di Kyoto e l’amica Tartaruga

 

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La Rana di Kyoto e l’amica Tartaruga

Un racconto narra delle vicende di una rana e dell’amica tartaruga nate in Giappone, nei pressi di un muretto di confine che affacciava sulla magica città di Kyoto.

La rana, che già era salita sul muretto e da lì aveva visto la più bella città del mondo, ne raccontava all’amica tartaruga la magia dei giardini, dei corsi d’acqua, le pagode e i templi colorati, le piante e le cascate di fiori dai mille colori.

La tartaruga ascoltava poi affermava che da lì non si poteva vedere proprio nulla, v’era un muro, nient’altro che un muro, e oltre il nulla.

La rana insisteva, e dall’alto del muretto entusiasta raccontava alla tartaruga tutta la meraviglia che vedeva. Naturalmente la tartaruga non poteva salire sul muretto né vedere nulla di tutto questo non avendo modo di saltare, ma l’amica rana insisteva, la invitava a provare, a sforzarsi di salire almeno un po’. E per convincerla e motivarla continuava a raccontarle dei tetti a capanna variopinti, dei laghetti cristallini, di ombrellini che si muovevano piano seguendo i passi garbati di splendide donne dai kimono variopinti.

Più la rana insisteva, più la tartaruga spazientita ribadiva “qui c’è solamente un muro, non c’è altro che un muro che fissa la fine”.

Stava per desistere mortificata ed avvilita la rana, quando la tartaruga, per sfinimento o forse per amore, fece un primo tentativo di sollevarsi. Appoggiò prima una zampa sul muretto, e con uno sforzo incredibile provò a sollevare anche la seconda. Piano piano cercava di alzare il suo pesante carapace e con le unghie s’aggrappava alle fessure del muro per salire finalmente.

Sale, sale, e con gli occhi in su guardando il cielo sbotta: “ecco, è come ti avevo detto e già sapevo, qui non c’è nessuna città!”.

 

La dedico a tutte “le rane” che sanno esplorare l’Acqua e la Terra, e anche l’Aria saltando sulla cima del muretto, e che mirando a Kioto la cantano a chi ha cuore e fede per sentire. A loro ricordo che ha la testa di rana la dea egizia Heket, la dea ostetrica, della fertilità e della rigenerazione, protettrice delle nascite e delle rinascite, il cui nome è tanto vicino alla dea Ecate, la Saggia, anche lei divinità delle soglie. Oggi, nel giorno d’equilibrio dell’Equinozio d’Autunno.

Con amore,

Alessandra

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(credits: immagini dal web)

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