19.01.2024: giorno d’Azione
19.01.2024: giorno d’Azione
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A tutti buongiorno,
la data di oggi esprime un’impronta dominante: l’azione.
E poiché è improntato sull’azione (con il giorno 19/10/1, l’1 che è nel mese di gennaio e con l’1 che è nel totale della data) non sarò io a mettere un disegno allegato ma chiedo a chi ha voglia di mettersi in contemplazione, in studio e in osservazione dei numeri, di farlo. Di mettere proprio su un foglio la costituzione della data, così come abbiamo fatto fino adesso, e di usare i colori, vi ricordo che c’è una relazione tra i colori e le unità che è la stessa dell’arcobaleno (1 rosso, 2 arancione, 3 giallo, 4 verde, 5 azzurro o turchese, 6 blu o indaco, 7 viola, 8 magenta oppure rosa, 9 color oro).
Nel momento in cui coloriamo con queste corrispondenze, diventa immediato riconoscere qual è la dominanza, qual è la nota che più delle altre suonerà, e percepirò.
Lavorare in questo modo con i numeri ci aiuta – tra i vari insegnamenti – a cogliere la “spazialità”. Intendo la possibilità e la capacità di muoversi senza perdersi tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.
Dallo zero, andando a ritroso, di -1 in -1, c’è un’infinita successione di numeri negativi, e dallo zero in avanti la successione dei numeri interi positivi cresce di +1 in +1, quindi noi possiamo muoverci, conoscendo le unità e combinandole tra di loro secondo un preciso ordine, che poi è svelante di altri contenuti, possiamo andare verso l’infinito, perché infiniti sono i numeri per definizione. Ma se poi, comprendendo i decimali, noi andiamo a prendere in esame quello che c’è tra un numero intero e l’altro, ecco che lì ci si apre un altro mondo. Questo è avere continuamente la percezione di che cosa sto guardando e dell’intero di cui è parte: una data e i suoi componenti, una mappa e i suoi costituenti.
È la stessa percezione che abbiamo se pensiamo a noi adesso, qui dove siamo, in questa via, questa casa o questo ufficio a questo numero civico, o in questa auto se è lì che sono, in questo paese, in questa città, in questa regione, questo stato, in questo continente, su questo pianeta, e poi vado oltre, perché questo pianeta è in un sistema solare, che è in una galassia, tra le galassie; ma se io mi alleno attraverso lo studio e la conoscenza dei numeri posso andare verso l’infinitamente grande senza collassare dentro, senza perdermi, sentendo il mio radicamento qui dove sono, e a ritroso qui ritorno, e quindi galassia, sistema solare, pianeta Terra, questo continente, questo stato, questa regione, questa città, questo civico, qua, io.
E posso così, con questa centratura e con questa presenza, andare verso l’interno e tra questi miliardi di cellule organizzati e ordinati riconoscere che ci sono sistemi, che ci sono apparati, che ci sono organi, che c’è un ritmo… ma c’è un cuore pulsante, un cuore pulsante in me, un cuore pulsante dentro la Terra, un cuore pulsante nel Sole, un cuore pulsante al centro del sistema solare e al centro della galassia.
Ecco, seguire l’insegnamento dei numeri è avere quel Fuoco, che è il fuoco che sta davanti al 19, fermo, fisso, è la mia direzione. E in questo momento in cui tutto è ribaltato, ci sono controsensi incredibili, che chi abbia ancora un briciolo di connessione con la propria anima e osserva dice “ma com’è possibile, ma è talmente evidente che questo è folle” eppure per noi è fondamentale tenere quella connessione, e camminare in questa follia o senza sapere più dove andare o avendo chiaro qual è il fuoco, qual è la differenza e discernere, dirigere l’Azione.
Questa è la differenza che voglio passare con questa condivisione di oggi: il 19 è un’Azione direzionata, perché lo sguardo è al Sole.
Quindi, in questo momento di confusione, chiara la connessione con il Sole, fissa la direzione, 1 e 9 che sono primo passo e passo del compimento sono insieme, e si sposta: si ricolloca. Pensate al simbolo del sole, un cerchio col punto al centro, se io sono nel piccolo io, totalmente concentrata in me e nella mia convenienza, vittoria e affermazione, e considero che il mio valore sia determinato dal fatto che ci siano questa affermazione e questo riconoscimento, è come se io disegnassi quel simbolo attorno a me, io sono il centro e tutto si deve muovere in base a me. Ma se ho la possibilità di fare quell’esercizio che abbiamo fatto assieme, verso l’infinitamente grande e verso l’infinitamente piccolo senza perdermi e disperdere il mio fuoco e la mia energia, ecco che ho la possibilità di espandere enormemente e di sentire quel Sole qui battere dentro il mio petto, e di sentire il cuore che pulsa della madre Terra qui dentro il mio corpo.
Così non c’è più niente che ci può spostare dal nostro fuoco, non c’è più niente che ci può spostare da ciò che per me è giusto o non è giusto, fare o non fare, e non c’è niente che da lì possa spostarmi.
È diventato piuttosto lungo questo scambio ed è nato proprio da una percezione di sopraffazione. È nato da un “troppe cose, da fare, a cui pensare”, da un troppo pieno, e mi ha riportato lì questa data, mi ha riportato a questa immagine del 19, che è capace di cogliere con grazia, come a una fonte con le mani l’acqua e anziché abbeverarsi direttamente l’innalza e la dona, e dice “ecco io sono qua, sono pronto, a Te la dono, sia il bene più grande”. Perché abbiamo ripreso le proporzioni, perché facendo questo esercizio che abbiamo fatto assieme, anche quello che prima apparentemente era troppo adesso ha ripreso le sue proporzioni, tutto è stato ricollocato.
Questo è il nostro centro, questo è il nostro progetto e andiamo avanti.
Vi abbraccio forte, una buona giornata a tutti
Alessandra
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