FACCIAMOLA LA DIFFERENZA
FACCIAMOLA LA DIFFERENZA
Riprendo con il giù le maschere, con l’assunzione di responsabilità e il coraggio di agire.
Lo fisso con due fatti di vita quotidiana successi ieri.
Lascio generico il protagonista, perché ciascuno di noi potrebbe esserlo:
1: anni 17, ritorna in autobus da scuola, quella di casa è l’ultima fermata del territorio comunale, poi inizia l’extra-urbano. Si distrae e non scende alla sua fermata. Sale il controllore, controlla l’abbonamento, è ovviamente urbano data l’abitazione, ma il ligio signore constata che in quel momento lei si trova in extra-urbano, come di fatto è avendo valicato il territorio di una fermata.
Lei spiega, lui non le crede, le fa la multa.
2: mamma all’ospedale da cinque giorni, appena trasferita da un ospedale di città ad uno di provincia in montagna. Il papà e le due figlie (anni 11 e 14) in ansia per la madre e nauseate dalla strada tutta curve, arrivano a trovarla (tutta la famiglia con puntura).
Li riceve l’addetto che dice che può salire in reparto una persona soltanto. Allora il papà dice alle ragazzine “aspettatemi qui, salgo io”. “No” dice il ligio signore “devono uscire”. È ormai sera, è freddo, sono minorenni. A queste considerazioni esposte risponde “È la regola, devono stare fuori.”
Lui sale, parla con la capo-sala dell’accaduto e dell’angustia di saperle in strada, lei scende e fa l’unica cosa di BUON SENSO da fare: le porta su, e fa loro vedere la madre.
È chiaro come nelle piccole cose, nelle singole azioni quotidiane abbiamo una scelta e quella scelta fa la differenza?
Quella scelta riscrive l’evento, cambia il seme dell’esperienza! E nella fattispecie ancora una volta di più i vessati, i traditi, i disillusi, gli insultati, gli offesi sono i giovani!
Ma che società è quella che non si cura di loro? Di chi si sta formando e su cui si fonda il futuro?
Non mi interessa stare ora né sull’indignazione – che pure provo – né sulla risonanza, sull’attrazione, sulle lezioni delle sfide.
È ovvio che serve ampliare la visione per comprendere e andare oltre, ma serve prima ancora il cuore.
In questo momento, il fuoco è sul potere e sulla responsabilità di ciascuno di scegliere come agire.
E le azioni devono essere mediate dal cuore per essere generatrici di bellezza, di luce, affinché siano edificanti e per costruire in grande, in solido, nella capacità di specchiarsi nell’altro, di immedesimarsi, di ascoltare, di vivere la solidarietà, la compassione, la sensibilità di sentire che cosa è GIUSTO fare; e l’azione giusta può chiedere di trasgredire a qualche fottuto regolamento se è idiota e disumanizzante.
Agire dal cuore e in onestà è illuminante! Non perché così facendo si diventi un guru, ma perché agire dal cuore e in onestà riempie di luce, e la gioia di avere compiuto la giusta azione, di avere fatto ciò che andava fatto quando andava fatto, nutre la stima di sé, espande, è un’azione di elevazione e di espansione di tutti i piani dell’essere che così facendo si sono unificati. Ecco perché è illuminante. E abbiamo bisogno di stare bene con noi stessi, è meraviglioso andare a letto la sera ripercorrendo a ritroso la propria giornata e sentendo pienezza e gratitudine, in pace, e se c’è qualcosa che ha stonato, che riconosciamo che aveva una risposta migliore, vedendola, domani potrò portarla nella vita, e fare sempre meglio.
È un invito, un’esortazione, una preghiera a stare nel cuore ogni singolo istante e da lì avere il coraggio di imprimere un corso nuovo alle cose, esprimendo chi siamo e di che cosa siamo fatti!
Così si cambia lo stato di fatto, così creiamo in fratellanza il mondo nuovo di cui così tanto, e da talmente tanto, parliamo!
Facciamola la differenza <3
(foto dal web)
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