Buongiorno Vita, cos’hai da insegnarmi oggi?

Buongiorno Vita, cos’hai da insegnarmi oggi?

Buongiorno Vita, cos’hai da insegnarmi oggi?

Che potenza

 

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14.03.2024

Buongiorno a tutti,

ci sono moltissimi casi in cui la Numerologia insegna la tripartizione, come la suddivisione in terzine delle unità (da 1 a 9 abbiamo tre terzine che si ripetono 1, 2, 3 – 4, 5, 6 – 7, 8, 9) o i tre livelli a cui ogni archetipo può essere portato in vibrazioni, in manifestazione. Di questo 3 che ci accompagna vorrei proporvi oggi una riflessione che mi abita e che riguarda l’infante, l’adulto e l’anziano.

E allora l’adulto nel pieno delle sue forze come può pretendere che un bambino o un anziano sollevino lo stesso peso? O che corrano alla stessa velocità? deridendo magari il bimbo che gattona o l’anziano col bastone perché non sono abbastanza o altrettanto prestanti.

Ogni fase rafforza, ognuna ha i propri doni e le proprie sfide, i propri ambiti dominanti, e i propri limiti, che non sono lì per umiliarci ma sono proprio lì per essere accolti, trasformati perché sono insiti, e di certo col proposito di fluirci con, e in tutto ciò il giudizio non aiuta. Non aiuta la dimenticanza del bambino che è stato, e dell’anziano che, al Cielo piacendo, sarà.

Così come egli non possiede ancora stabilmente la saggezza e la visione che consente – di solito – l’età canuta, altrettanto ha perduto del tutto o in gran parte la spontaneità.

E se un bimbo gli dicesse “su forza corri, corriamo a perdifiato, dai giochiamo, facciamo finta che tu sei… e che io sono…, guarda un pennello disegniamo, ehi! guarda quanti tasti suoniamone qualcuno”. Quanti tra noi adulti siamo pronti a farlo? Forse pochi, forse tanti, ma mi interessa andare a cogliere quando in noi c’è la parte conformata al “stai fermo, stai zitto, non ti sporcare, non ti far male, finisce che t’ammali, se fai il cattivo niente…” (e via di privazione di quanto più atteso e desiderato). Anche a noi stessi, è lì che noi stiamo osservando.

Certo che ci è stato insegnato così, l’abbiamo imparato, e serve tempo per trovare una forma nuova e più efficace, ma quel tempo non è lineare, è il tempo che serve per un salto di coscienza, che non è detto che arrivi.

E allora da dove da dove si comincia? Beh, intanto portandoci l’attenzione e cominciando ad osservare e così facendo ampliando la nostra visione e di conseguenza le nostre percezioni. Accettando che gran parte di quel che mi disturba e che non voglio vedere mi riguarda, adesso o in qualche linea di tempo. E cominciando a portare i correttivi che servono, per portare equilibrio in noi, pace in noi, tolleranza in noi, è l’unica via.

Allora forza cominciamo subito, la Vita è una grande palestra e una grande maestra, oggi possiamo dirle “Buongiorno Maestra, cos’hai oggi da insegnare a me e ai miei compagni di classe?

Poi ci troviamo da qualche parte, a darci una mano ed il coraggio, l’uno con l’altro, anche da qui, da questo cerchio, con amore e un abbraccio, grazie per esserci

Alessandra

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